La Via Mercatorum

Punto di partenza: Nembro (300 m)
Località d'arrivo: Oneta di San Giovanni Bianco (468 m)
Dislivello: 1332 m in salita (somma dei vari dislivelli)
Lunghezza: 40 km circa
Tempo medio di percorrenza: 12-15 h
Punti di sosta notturni: con facilità nei paesi attraversati
Cartografia: Kompass n. 104 e n. 105 - Tab1 - Tab2 - Tab3
Info: Comunità Montana Valle Brembana o tel. 0345 81177 - IAT Valle Brembana o tel. 0345 21020

A prescindere dalla documentata esistenza di altre "strade" che univano la terra brembana con la città di Bergamo, la Via Mercatorum era la via preferita e più trafficata dai mercanti, perché transitava da paesi ricchi come Serina ed altri un po' meno (vedi Dossena, Cornalba e Selvino), ma bisognosi comunque di scambi e di commerci (si pensi che nel XIII° secolo, Serina contava oltre 1200 abitanti, tantissimi per un paese di montagna, a quei tempi). Alcuni autori giustificano, invece, la necessità di passare in quota solo per la ragione che occorreva aggirare la forra di Sedrina ancora priva del primo ponte sul fiume Brembo. Ma un'altrettanto attenta osservazione del territorio dimostra, comunque, che già esisteva una mulattiera che da Zogno, via Poscante, saliva alla Forcella di Nese e scendeva, senza problemi, su Alzano e da qui a Bergamo, aggirando così la crepa fluviale di Sedrina. Oppure che sempre da Zogno saliva ad Endenna, andava a Miragolo e, via Salmeggia, scendeva a Selvino e ad Albino e da lì a Bergamo. Pertanto, con queste possibilità, va sfatata l'affermazione secondo la quale per raggiungere Bergamo bisognava, per forza, salire a Dossena, scendere a Serina, risalire nuovamente a Selvino, passando anche per la "infossata" Rigosa, poi risalire in quota a Trafficanti e guadagnare Bergamo dopo essere discesi a Nembro.

Rifacendola, naturalmente, in senso inverso nel viaggio di ritorno. Questo era un percorso troppo tortuoso, lungo e dispendioso per il viandante o il pellegrino tradizionale, che preferiva accorciare la strada, a lui non interessava far commerci con i paesi in quota. Altra logica veniva invece seguita dai "Trafficanti" che non avevano problemi di tempo, anzi, passando quassù bastavano piccole deviazioni per toccare altri nuclei abitati, come Aviatico, Trafficanti (paese sorto per fornire appoggio ai mercanti), Costa Serina ed Ascensione, anch'essi bisognosi di forniture, di scambi e commerci. Il sale, lo zucchero, il vino, i semi, i teli di cotone, gli arnesi da lavoro e da caccia ecc… Ecco allora nascere una vera via per i traffici, non una normale mulattiera tipo quelle ad uso agricolo, larghe sì e no 80 cm, bensì una strada larga oltre 160 cm con tanto di muretto di contenimento, pavimentazione regolare e canaletti di scolo per le acque piovane o sorgive, spesso presenti su queste pendici.

Una bella via, una superstrada, diremmo adesso, che partiva da Nembro, saliva a Lonno lambendo i ruderi del Castello dei Vitalba, dove ora sorge il Santuario dello Zuccarello, proseguiva per Salmeggia, patria del pittore Enea Talpino e scendeva a Selvino, dove in essa confluiva la "bretella" che saliva da Albino, già a quei tempi operoso paese della media Valle Seriana. Da qui, passando a mezzacosta sul versante brembano, proseguiva per Aviatico, Trafficanti, Cornalba, Serina (paese che ha fatto fortuna con tre secoli di Via dei Trafficanti), saliva a Dossena per scendere sul fondovalle brembano a Grumo e, superato con un ponte il fiume Brembo, a monte delle gole di Camerata, saliva al Cornello dei Tasso, che era organizzato per accogliere e proteggere le carovane e da lì piegare anche verso valle ad Oneta (dove c'è la casa Arlecchino) e ad un miglio di distanza scendere a San Giovanni Bianco, centro fluviale e punto d'incontro con la Val Taleggio. Cornello dei Tasso, a quei tempi, svolgeva anche un ruolo di smistamento delle carovane, così che quelle dirette al Nord risalivano la Val Secca, puntando verso Olmo, Averara e per la Valmora si inerpicavano al valico che ora chiamiamo di San Marco per scendere verso Morbegno e la Valtellina, un tempo terra svizzera del Canton dei Grigioni. Durò tre secoli, poi nel 1593, con la costruzione della più diretta e veloce Strada Priula ad opera dei Veneziani, essa di colpo perse la sua importanza, trascinando nell'oblio Oneta ed il Cornello e lasciando in mano a mercanti locali i paesi in quota. Ne patì anche e soprattutto Serina che perse privilegi e ricchezze. L'economia locale si salvò grazie alle attività estrattive delle miniere, sparse nella valle. Fortunatamente, oggigiorno, grazie agli interventi della Comunità Montana della Valle Brembana, la Via Mercatorum può essere percorsa nella sua interezza lungo facili sentieri, mulattiere e, solo in parte, su strade carrozzabili che hanno "sepolto" con l'asfalto le originarie vie selciate. Complessivamente il tracciato si sviluppa per circa 40 km, percorribili in più tappe di lunghezza variabile a piacimento, mantenendo sempre la possibilità di rientro con i servizi pubblici o con il gioco delle due auto. A piedi o in mountain bike, questa via costituisce sicuramente una bella ed interessante escursione che non offrirà solo valori escursionistici, ma anche culturali, religiosi e, perché no, gastronomici.

ITINERARIO La partenza di questo lungo percorso è situata a Nembro, in Val Seriana, dove inizia il sentiero, conosciuto anche come "Via delle 15 Tribuline" che, dal fondo lastricato e sormontato da Santelle con affreschi sacri riguardanti i Misteri e la Passione di Gesù Cristo, sale al Santuario dello Zuccarello, luogo di notevole interesse storico, artistico e religioso: venne fondato nel 1374 laddove, ai tempi delle perenni lotte tra i Guelfi ed i Ghibellini, sorgeva una fortificazione militare (Castello dei Vitalba). Entrati nel centro di Nembro si seguono le indicazioni per il Santuario dello Zuccarello fino a pervenire ad un Tribulina (320 m), posta all'incrocio tra via Lonzo e via Dei Vitalba, dove nei pressi si parcheggia. Ci si incammina lungo la larga mulattiera (vedi segnavia CAI n. 535) che si stacca a sinistra della Cappelletta (a destra è possibile raggiungere in auto il Santuario) e che, inizialmente, si snoda tra orti e abitazioni. Man mano si sale si incontrano, ad intervalli regolari, le quindici Santelle. Il tracciato, ben disegnato, si sviluppa con moderata pendenza in un bosco di castagni, sani e produttivi, passando alti sopra la Valle del Lujo. In poco meno di 20' si raggiunge l'ultima Cappelletta e l'ampio piazzale prospiciente il Santuario (449 m). Consigliata la visita. (In estate funziona anche un servizio ristoro e la Festa principale viene celebrata l'8 agosto). Si continua, ora, lungo il sentiero che si stacca a destra dell'ingresso del luogo sacro ed ancora indicato dai segni CAI 535. Dapprima in salita, poi più dolce, il sentiero si addentra fendendo un bosco di castagni frammisti a betulle e robinie.

Dopo circa 20' dal Santuario, si perviene ad una selletta denominata Colle Bastia a 575 m di quota, dove ci si immette, in leggera discesa, nella vecchia mulattiera che univa i due paesi (Nembro a Lonno). Il sentiero procede in falsopiano, incontrando poco oltre un bella fontanella d'acqua e parte del "percorso vita" attrezzato con cura dai soci del CAI Nembro. Man mano si procede, il bosco cede il posto alle coltivazioni ed ai prati disseminati di cascine ed ortaglie, mentre si fa sempre più visibile l'abitato di Lonno e con lo sguardo si può spaziare sulla pianura, da cui sale il rumore dell'operosità. Si perviene così alla piazza antistante la Chiesa Parrocchiale dedicata a S. Antonio Abate (700 m, 50' dal Santuario dello Zuccarello). Consigliata una visita alla Chiesa. Si prosegue, quindi, lungo la via Buonarroti attraversando il nucleo abitato fino in prossimità del bivio per il campo sportivo, dove si devia a destra, raggiungendo le ultime case del paese.

Qui si seguono ora le indicazioni del segnavia CAI n. 534, trascurando il n. 535-monte Podona, posto sulla destra. Si entra nel bosco, percorrendo l'antica mulattiera per Salmezza, superando il Rio Fontana ed oltrepassando alcune cascine. Man mano si sale, è già possibile godere della vista sul dirimpettaio Monte di Nese con il monte Filaressa alle spalle, mentre il bosco si arricchisce di nuove specie vegetali che, con la loro ombra, rendono gradevole il procedere. Il sentiero ora incontra una grotta che accoglie un piccolo altarino alla Madonna e, in tempi piovosi, anche una sorgente; proseguendo si raggiunge il "Colle della Olta" (893 m, 25' da Lonno), dove si stacca sulla destra una ripida traccia per il Monte Podona. Proseguendo sul tracciato principale si superano alcune vallette fino a raggiungere i primi prati di Salmeggia (o Salmezza), patria del famoso pittore Enea Salmeggia, detto il Talpino, e collegarsi al sentiero n. 533 che proviene da Monte di Nese (1h da Lonno). Qui si continua verso destra sull'architettonica mulattiera che corre tra pascoli ben tenuti, costeggia una cascina con archi in pietra giungendo sulla strada asfaltata che collega la frazione a Selvino, nei pressi di una vecchia trattoria, dove è possibile ristorarsi con cibi nostrani. Seguendo ora le indicazioni "Monte Podona", si ritorna sulla mulattiera che porta alla Chiesetta di San Barnaba (1063 m, 20' dal bivio), dominante la minuscola contrada. Giunti di nuovo al valico sulla strada asfaltata (punto più alto di tutta la Via Mercatorum), si scende in direzione di Selvino a cui si perviene in circa 20' (2h 15' dalla partenza). L'antica Via Mercatorum, purtroppo in questo tratto, corre su strada asfaltata. Da via Perello, ora, si seguono le indicazioni per Aviatico, procedendo verso sinistra. Si attraversa così Selvino, rinomata località turistica della Valle Seriana, raggiungendo la stazione d'arrivo della funivia che sale da Albino e della sottostante mulattiera che costituisce un altro punto d'innesto storico della Via Mercatorum. Proseguendo su via Aviatico prima, poi su via Cantul, si supera la stazione di partenza della bidonvia del monte Poieto, portandoci così alla Chiesa di Aviatico (1022 m), oltre la quale si può visitare la graziosa Chiesetta di San Rocco. Sempre su strada asfaltata, ma in ambiente naturale, si raggiunge il nucleo abitativo di Trafficanti (km 4) con la Chiesa Parrocchiale dedicata a Sant'Erasmo (868 m), dove un'antica insegna ricorda il transito di mercanti e carovanieri da questa località, forse sorta appositamente quale punto di sosta. Oltrepassato il centro, si lascia la strada principale per scendere su via Tassone, dove, finalmente, una targa segnaletica ci segnala di trovarci sulla antica via Mercatorum. Si scende sulla strada asfaltata, superando la deviazione per la Sorgente Leamagn (da visitare), e, poco più sotto, nei pressi di un Crocefisso, si abbandona la strada per prendere, a destra, la mulattiera selciata ed inoltrarsi così nell'ombrosa Val Tassone (vedi indicazione). L'ambiente è straordinario, pare davvero di essere ritornati indietro nel tempo, quando il silenzio del bosco era rotto solo dal calpestio dei muli e dei mercanti.(*) Si perviene alla bella Tribulina del Grom, un luogo di preghiera, di recente sistemazione. Proseguendo in discesa, in breve si è sulla strada in località Nespello.

Questa contrada, fino a pochi anni fa vivacemente popolata, ha subito anch'essa, il declino di tutti i paesi rurali di montagna. Si continua in salita su via Nespello, con il bel Santuario della Forcella in alto a destra e giungendo così sulla strada provinciale alle porte di Costa Serina (869 m, 30' da Nespello). Si piega a destra, raggiungendo in breve il Santuario della Forcella, dedicato alla Madonna della Neve (850 m). Dopo l'eventuale visita, si prosegue in direzione di Tagliata, lungo la strada che diparte dietro il Santuario. Oltrepassata la piccola frazione, si riprende la strada principale che porta a Cornalba (893 m), ridente paese della Val Serina, adagiato al sole sulle pendici del monte Alben. Poco prima di giungere in paese, ad un tornante, si prende il sentiero che sale a sinistra, tra i prati, divenendo poi mulattiera nel bosco e sbuca in località Castello, all'inizio di Cornalba. Si supera il paese, procedendo di nuovo su asfalto in direzione di Serina, località turistica molto frequentata ed incontrando l'ex Chiesa di San Salvatore di "Casa Torre", ora meglio conosciuta come San Pantaleone. Raggiunta Serina, vale proprio la pena dedicare un po' di tempo alla visita del paese, con le sue vie storiche, la Chiesa Parrocchiale e le case quattrocentesche come la "Casa", in contrada "Mezza Ca'", nei cui pressi sorge una bella Fontana tricuspide di origine veneta, divenuta anche il logo della Via Mercatorum. Proprio qui, su via Corone, riparte il nostro tracciato che, in discesa, attraversa la strada, e ridiscende fino ad oltrepassare un torrente. Passati sul versante opposto si sale, oltrepassando una cascina posta in mezzo a stupendi prati, idillio del locale allevamento di asini. Si entra nel bosco, incontrando una fontana d'acqua e poco dopo una stalla. Il sentiero, in parte lastricato, alterna tratti ripidi a tratti più dolci.

Un lungo traverso in un bosco arioso porta a toccare una stalletta e, successivamente, in modo un po' più ripido va a sbucare al Passo Crocetta, 1051 m, valico tra Serina e Dossena. Seguendo le indicazioni per Dossena, si continua lungo la strada provinciale sino alla Cappella degli Alpini e, 300 metri dopo, a destra della strada si prende la gradinata (vedi cartello indicatore) che s'innalza nella boscaglia, restringendosi poco oltre a livello di sentiero. Un breve tratto di moderata discesa porta a sbucare in ampi prati da sfalcio, dove il tracciato, da tempo trascurato, si perde un poco tra i rovi, uscendo in prossimità del Campo Sportivo in località Villa di Dossena (990 m), nei cui pressi è sorta la Chiesetta dedicata a Maria Bambina. Ampie vedute sulla media Val Serina. Proseguendo lungo la via Villa, ci si abbassa in direzione di Dossena, immettendosi, al primo bivio, verso destra fino alla Forcella, dove si continua lungo la strada che porta verso le ex miniere. Ormai fuori l'abitato, un cartello indicatore del nostro tracciato ci induce a seguire la stradetta che si stacca a sinistra della strada e che, in discesa, porta in prossimità di una cascina, dove, abbandonatala, si continua su sentiero che si inoltra in un bel bosco di faggi, delizia dei fungaioli. Al bivio dopo la valletta si scende tenendo la sinistra e, successivamente, si piega a destra (vedi cartelli indicatori). Un bel tratto fiancheggiato da faggi contorti, nei pressi dei ruderi di una stalla, poi una breve salita che porta ad una stradetta sterrata che va seguita in discesa verso sinistra (zona popolata da caprioli). Ad un tornante con cartello indicatore, si prosegue sulla stradetta fino all'incrocio successivo dove si piega a sinistra in discesa raggiungendo un'amena ed inclinata radura con baita, conosciuta come "ol caselì del Ronchelì" (Ronchellino).

La via Mercatorum, qui, scende, avendo di fronte l'intera bastionata del monte Cancervo e della "crepa" della Val Taleggio e alcuni nuclei rurali molto caratteristici e, purtroppo, ormai quasi disabitati, posti sopra il più grosso borgo di San Pietro d'Orzio. Dal Ronchellino si segue il sentiero che scende, per bosco e prati alla frazione Bosco Fuori (720 m) da cui è già visibile l'altra contrada, Bosco Entro e la piccola chiesa di San Rocco. Entrati in Bosco Fuori (tutt'oggi abitata solo da 13 persone), si raggiunge con la mulattiera il vicino nucleo di Bosco Entro, dove si possono ammirare antichi affreschi sul muro di un'abitazione di evidente proprietà vescovile. Proseguendo, si perviene in breve alla chiesa di San Rocco, risalente al 1804. Ottimo punto panoramico sulla bastionata del monte Cancervo e sulle cave di Cespedosio. Si segue il sentiero che s'allontana sotto la chiesa dapprima tra prati con fienili, poi nel bosco fino a reincontrare la strada che collega fra loro le varie frazioni di San Giovanni Bianco, salendo da San Pietro d'Orzio (640 m). Un tratto di asfalto verso sinistra ed eccoci a Grumo, storico posto di ristoro per le carovane (618 m, 30' da Ronchellino). La mulattiera prosegue a destra delle abitazioni, addentrandosi in una valletta ombrosa. Al primo bivio, tenere la destra in discesa, al successivo seguire la traccia di sinistra. Il fondo originario è lastricato con pietre calcaree. Nei pressi della passerella in cemento sul torrentello, si continua diritti, tenendosi a sinistra del rio. Alternando tratti più ariosi a tratti più ombrosi, si supera una stalla ed una Santella con una rovinata effigie di Maria e Gesù (520 m, 20' da Grumo). Tra pareti di roccia, anticamente tagliate per far passare la "strada" e tornantini gradinati, si scende nel bosco fino alla passerella sul Brembo che consente di raggiungere la strada provinciale, in località Orbrembo di Camerata Cornello (476 m, 1h 15' dal Ronchellino), all'inizio dell'antica strada lastricata che sale alla contrada di Cornello dei Tasso in una decina di minuti. Cornello rappresentava, ai tempi della Via Mercatorum, una "Mutatio" (cambio dei cavalli e sosta) e uno dei centri più attivi e fiorenti dell'intera valle Brembana. Possedimento terriero dei Tasso (Bernardo e Torquato i più famosi), era anche il punto di partenza per il ramo della Via Mercatorum che saliva ad Averara e, attraverso la Valmoresca, al Passo San Marco per scendere in Valtellina e confluire con le altre Vie dirette a Nord Europa. Da Cornello, una ondulata mulattiera porta, dopo aver superato Piazzalina con la chiesetta di Sant'Anna, ad Oneta di San Giovanni Bianco, luogo natale di Arlecchino, da cui la via Mercatorum scendeva a San Giovanni. La via Mercatorum, per convenzione, viene fatta terminare qui ad Oneta, dopo un percorso di 40 km.

Comunità Montana Valle Brembana - © Copyright - - Trekking sulle Vie Storiche Bergamasche di Lucio Benedetti e Chiara Carissoni - Edizioni Junior - Foto di Lucio Benedetti e archivio CMVB - Cartine di Vavassori e Vavassori, Bonate Sotto (BG)