Sentiero Alto Serio
- Punto di partenza
- Gorno, Valle del Riso (736 m)
- Punto d’arrivo
- Aprico (Fino del Monte) (700 m)
- Dislivello
- 3255 m
- Lunghezza
- 85 km
- Tempo medio di percorrenza
- 30 h circa
- Punto di sosta notturno
- vedi testo (con facilità nei paesi attraversati, specie in bassa stagione)
- Cartografia
- Kompass n. 104 Foppolo-Valle Seriana – Tab1 – Tab2 – Tab3 – Tab4
- Info
- Comunità Montana Valle Seriana Superiore o tel. 0346 22400 – Ufficio Turistico delle Pro Loco o tel. 035 704063 – Servizio autobus: SAB o tel. 035-289011





Da Valzella a Novazza

Da Novazza a Grabiasca
Da Novazza (870 m), si prosegue per duecento metri oltre la Chiesa verso la strada che sale alle ex miniere. Lasciata l’auto prima della sbarra, ci s’incammina lungo il sentiero (vedi cartello indicatore) che s’inoltra nel bosco e porta nella parte alta del paese fino al termine del borgo, addentrandoci così nella Valgoglio, percorrendo una carrareccia che sale molto ripida nel bosco di stupendi esemplari di faggi. Ad un trivio, si continua diritti lungo il sentiero che si stacca a sinistra della carrareccia ed indicato dai nostri segni bianco-verdi (30′ dalla partenza). Il tracciato che stiamo percorrendo conduce al rifugio Gianpace, posto all’inizio della Valle Sanguigno, però, il sentiero Alto Serio, al bivio a circa 1100 m di quota, prosegue in discesa verso destra, (vedi segnavia bianco-verde), supera una vecchia stalla e raggiunge il torrente Goglio, nei pressi della zona chiamata “le cascatelle”, in prossimità della Centrale Idroelettrica di Valgoglio (965 m, 1h dalla partenza). Qui occorre attraversare il torrente per portarsi così sulla strada che collega la centrale con Valgoglio (in primavera, nel periodo del disgelo, il torrente è in piena ed è vivamente sconsigliato il guado; in queste condizioni è opportuno seguire il sentiero che sale al rifugio Gianpace, attraversare il torrente sul ponticello nei pressi del rifugio e ridiscendere lungo il sentiero CAI n. 232 che arriva alla Centrale. Tempo 2 h dalla partenza, ma vale la pena non rischiare il “bagno”). Dalla Centrale si segue per circa 700 m la strada asfaltata in direzione di Valgoglio, immettendosi poi nel sentiero di destra che, in pochi minuti, porta nel nucleo abitato. Qui, dopo la visita alla Parrocchiale, continuando in discesa lungo la mulattiera che interseca più volte la strada provinciale si giunge a Colarete, nei pressi della vecchia chiesa, dedicata a San Michele Arcangelo. (30′ dalla Centrale). Si prosegue a sinistra della Chiesa, immettendosi nella strada sterrata che unisce questa frazione a Gromo.
Da Novazza a Grabiasca
Da Novazza (870 m), si prosegue per duecento metri oltre la Chiesa verso la strada che sale alle ex miniere. Lasciata l’auto prima della sbarra, ci s’incammina lungo il sentiero (vedi cartello indicatore) che s’inoltra nel bosco e porta nella parte alta del paese fino al termine del borgo, addentrandoci così nella Valgoglio, percorrendo una carrareccia che sale molto ripida nel bosco di stupendi esemplari di faggi. Ad un trivio, si continua diritti lungo il sentiero che si stacca a sinistra della carrareccia ed indicato dai nostri segni bianco-verdi (30′ dalla partenza). Il tracciato che stiamo percorrendo conduce al rifugio Gianpace, posto all’inizio della Valle Sanguigno, però, il sentiero Alto Serio, al bivio a circa 1100 m di quota, prosegue in discesa verso destra, (vedi segnavia bianco-verde), supera una vecchia stalla e raggiunge il torrente Goglio, nei pressi della zona chiamata “le cascatelle”, in prossimità della Centrale Idroelettrica di Valgoglio (965 m, 1h dalla partenza). Qui occorre attraversare il torrente per portarsi così sulla strada che collega la centrale con Valgoglio (in primavera, nel periodo del disgelo, il torrente è in piena ed è vivamente sconsigliato il guado; in queste condizioni è opportuno seguire il sentiero che sale al rifugio Gianpace, attraversare il torrente sul ponticello nei pressi del rifugio e ridiscendere lungo il sentiero CAI n. 232 che arriva alla Centrale. Tempo 2 h dalla partenza, ma vale la pena non rischiare il “bagno”). Dalla Centrale si segue per circa 700 m la strada asfaltata in direzione di Valgoglio, immettendosi poi nel sentiero di destra che, in pochi minuti, porta nel nucleo abitato. Qui, dopo la visita alla Parrocchiale, continuando in discesa lungo la mulattiera che interseca più volte la strada provinciale si giunge a Colarete, nei pressi della vecchia chiesa, dedicata a San Michele Arcangelo. (30′ dalla Centrale). Si prosegue a sinistra della Chiesa, immettendosi nella strada sterrata che unisce questa frazione a Gromo.
Da Gromo S.Marino agli Spiazzi di Gromo
È questa una tappa importante, perché si cambia versante e parrà strano, ma con questo cambio, mutano tanti aspetti, sia ambientali che paesaggistici. Basterà entrare nella Valle Sedornia per capire cosa intendiamo dire. Andiamo. Superato l’abitato di Gandellino, in Valle Seriana, ci si immette nella strada di destra che scende alla frazione Bondo, dove si parcheggia (700 m). Addentrandoci nel nucleo, si prende l’ampio sentiero che sale tra prati e boschi, costeggia un paio di costruzioni e raggiunge la strada asfaltata che da Gandellino sale ai Tezzi. Ora è giocoforza seguire la carrozzabile che porta alla borgata di Tezzi Bassi, interessando le vecchie contrade di Salvoldi e Fiorine sino ai Tezzi Alti, dove ha termine la strada (980 m, 1h dalla partenza). Panorama spettacolare su Gromo, Gandellino e alzando lo sguardo sull’altro versante della Val Seriana, si gode di una buona visuale sul Pizzo Salina che degrada verso la Corna Rossa e sulla Cima di Bani. Oltrepassato il borgo, si prende la mulattiera per la Val Sedornia (sentiero CAI n. 309-314 – indicazione S. Carlo-Vigna Vaga). Inizialmente nel bosco d’alto fusto, poi tra ampie radure che ci consentono squarci panoramici di rara bellezza, si sale con pendenza moderata lungo la mulattiera che, per secoli, è stata percorsa da boscaioli, minatori e pastori. Si giunge così ad un’ampia radura, attrezzata ad area di sosta, denominata “Spias de la Martisöla” (1140 m, 30′ dai Tezzi Alti). La curiosità è data da un masso erratico, forse utilizzato, in epoche remote, come altare durante riti legati al culto dell’acqua (vedi incisioni). Si continua nel bosco, incontrando la Cappelletta (con vicina sorgente), di recente sistemazione, intitolata a San Carlo (1163 m, 40′ da Tezzi). Ai due bivi successivi, si tiene la destra, prendendo il sentiero pianeggiante (vedi segnavia), mentre sotto di noi scorre il torrente Sedornia che, con il suo energico fluire, erode il versante della Costa Magrera. Si incontra poi questo torrente all’ampia radura denominata “Spias de l’acqua”, in un ambiente ampio, molto suggestivo e che ricorda il Canada visto nei film. (1230 m, 2h dalla partenza). Attraversato il torrente su un ponticello, si prosegue ora sulla gippabile dell’acquedotto verso valle, seguendo il segnavia CAI n. 313. Man mano si scende lungo la comoda carrareccia, si aprono finestre panoramiche sulla catena orobica: dal monte Madonnino al Grabiasca, al Redorta. La discesa è tranquilla e permette soste contemplative ed, in stagione, una buona ricerca di funghi. Tralasciato un sentiero di destra, si perviene così alla località “Roccolo” di Boario (1050 m, 1h 15′ da Spias de l’acqua). Si continua lungo la via Roccolo, stradetta che sbuca sulla strada provinciale che da Gromo sale agli Spiazzi. La si segue per circa 1,5 km e con quest’altra mezz’oretta di cammino si raggiunge il piazzale della rinomata località sciistica (1150 m, tempo totale 3h 30′ circa). Questo sarà il punto di partenza per la quinta tappa (Possibilità di pernottamento).
Dagli Spiazzi di Gromo a Valzurio
Questo prossimo tratto del Sentiero Alto Serio presenta spunti di interesse faunistico e ambientale e prende avvio dalla stazione sciistica degli Spiazzi di Gromo (1150 m), dove si può lasciare l’auto nel piazzale Avert. L’itinerario segue la sterrata che fiancheggia il sedime dell’ampia pista di discesa, tocca l’ex baita del Pagherolo (1437 m, 40′ dalla partenza), fino a raggiungere gli ampi pascoli di Vodala, in prossimità della Sella di Vodala (1574 m, 1h 15′ dalla partenza), poco sopra la quale si trova il grazioso rifugio Vodala (1620 m; arrivo seggiovia). Da tener presente che, in estate, è in funzione la seggiovia che può servire per evitare questo tratto di salita. Dalla Sella di Vodala, dopo aver ammirato l’immenso panorama sulle Orobie e distinti, fra gli altri, il Pizzo del Diavolo, il Coca, il Redorta, ci si dirige verso destra, in direzione delle due Baite Basse di Vodala, scollinando sul sentiero CAI n. 312 che condurrà ad Ave di Ardesio. Iniziata la discesa, si tocca la stazione di partenza della sciovia Vaccarizza e si incontra una sorgente d’acqua, mentre lo sguardo si posa di fronte sull’ampio pascolo di Colle Palazzo che, in giornata, raggiungeremo. Proseguendo la discesa tra cespugli di ginestra, si perde quota muovendosi sul sentiero che scende a tornanti fino a raggiungere baita Masonera e successivamente i prati di Candave (1355 m, 30′ dalla Sella). Sotto di noi l’abitato di Ave, un pugno di case contadine addossate le une alle altre, con bei loggiati in legno ed abitate ormai solo da tre persone. Oltrepassate due stalle, si perviene alla fontana-lavatoio, all’ingresso di Ave (1098 m, 50′ dalla Sella di Vodala). Una visita ad Ave è d’obbligo, per poter curiosare tra le vecchie costruzioni, la chiesa dedicata a San Rocco e, perché no, parlare con coloro che ancora sono rimasti quassù, legati anche con la mente ed il cuore alla loro terra alta. Il nostro sentiero riprende dalla fontana, alle porte di Ave, scendendo lungo la carrareccia che conduce a Piazzolo. Giunti alla Cappelletta dedicata alla Sacra Famiglia, si piega a sinistra, immettendosi nello sterrato che scende verso il torrente Rino che si guada. Lo si costeggia verso sinistra (non salire lungo la larga sterrata che porta solo ad una baita di recente sistemazione) per poi risalire lungo il sentiero che nel bosco guadagna quota abbastanza velocemente. Muovendosi nel bosco di conifere si raggiunge una sorgente d’acqua poco prima di sbucare negli alpeggi di Colle Palazzo, disseminati di cascine che raccontano storie della Resistenza (1300 m, 1h da Ave). Panorama a 360°.(*) Noi proseguiamo invece verso sinistra lungo la stradetta sterrata che, in piano o in leggera salita, conduce ad una baita ristrutturata, dove vi sono le indicazioni del “Sentiero Flavio Tasca” ed i bolli verdi bianchi del nostro tracciato. Si continua verso destra, dapprima movendosi in prati, poi addentrandosi nel bosco. Il sentiero si muove dolcemente a mezzacosta, tocca il Roccolo abbandonato di Fopafosca (1425 m, 1h da Colle Palazzo) e prosegue verso le Baite del Moschel, site forse nella più storica, per le miniere e la Resistenza e, paesaggisticamente, più suggestiva conca dell’intera valle (1300 m circa, 1h 45′ da Colle Palazzo). Ora non resta che seguire la comoda sterrata che scende snodandosi nella pineta, incontra la contrada di Spinelli e perviene all’abitato di Valzurio (813 m, 1h 15′ dal Moschel) dove termina questa tappa (tempo di percorrenza totale circa 6 ore circa). Scarsa possibilità di prendere il bus per rientrare al punto di partenza.
Da Valzurio ad Aprico di Fino del Monte
a Valzurio l’ultima tappa di questo stupendo trekking dell’alta Valle Seriana che si conclude sopra l’altopiano di Clusone, dopo averci portato dentro e fuori le valli laterali per 85 km. L’avvio prende le mosse da Valzurio, raggiungibile da Villa d’Ogna, dove si lascia l’auto nello spiazzo antistante la chiesa (813 m). Si entra nel piccolo borgo e, superata la fontana-lavatoio, all’altezza della cabina dell’ENEL, si segue il sentiero che si stacca a destra della stradetta che sale alle baite del Moschel. Il nostro sentiero scende nel bosco verso il torrente Ogna che viene superato su un modesto ponte (780 m, 10′ dalla partenza). Si continua costeggiando il torrente che scorre spumeggiante alla nostra destra, iniziando poi lentamente a salire. Al bivio si prende il sentiero di sinistra (770 m, 20′ dalla partenza) che ora sale, zigzagando, sempre più deciso, permettendoci di guadagnare quota velocemente. Su fondo sasso-roccioso, ci si muove nel silenzioso bosco ceduo caratterizzato da preziosi esemplari di faggi, mentre sotto di noi si può osservare la forra del torrente Ogna, impreziosita dal laghetto color smeraldo voluto, decenni orsono, per lo sfruttamento idroelettrico delle abbondanti acque raccolte sui versanti della Presolana e del monte Ferrante. Al bivio successivo si tiene sempre la sinistra (1150 m, 1h 15′ dalla partenza), mentre attorno si è circondati da ampi prati con cascine e sullo sfondo, verso Ovest, la costa che unisce il monte Vaccaro al Secco ed alla Cima del Fop, e, lontano, verso NO si staglia la mole del Monte Pradella. Si giunge così al Colle Blum (1240 m, 1h 30′ da Valzurio), un’ampia sella erbosa, ricca di pascoli e stalle che separa la Valzurio dalla conca di Clusone. Il panorama che si gode da quassù è eccezionale: verso Sud-Est l’altopiano di Clusone con i paesi di Castione, Fino del Monte, Rovetta appaiono in tutta la loro dissennata urbanizzazione, circondati da monti quali la Presolana, il Monte Pora, il Pizzo Formico e fra questi ultimi, sullo sfondo, brillano le acque del Lago d’Iseo. Sul Colle, alla nostra sinistra sorge un’architettonica Cappelletta degli Alpini e la lunga costa erbosa che porta alle Cime di Bares, nei pressi del Passo di Olone (zona rifugio Olmo). Il nostro tracciato, invece, prosegue verso destra (Sud) in direzione delle vicine stalle che si superano, immettendosi così in una stradetta con fondo a tratti cementato che scende ripida verso valle. Con un po’ di mal di gambe, si perde quota piuttosto velocemente fino a raggiungere la località “Crocifisso” (1000 m, 45′ dal Colle di Blum), un’area di sosta con sorgente d’acqua ed un Crocifisso con la preghiera dell’Alpino… sulle nude rocce, sui perenni ghiacciai… Proseguendo ancora in discesa, si supera il bivio che sale al Castello fino a giungere ad abbandonare la carrareccia per un sentiero di sinistra (vedi indicazioni verde-bianche) che sale tra bosco e radure, proseguendo poi, con un lungo e rilassante traverso, in una pineta di rimboschimento, fino ad incontrare un’altra sterrata che conduce alla località Aprico dove sorge una stilizzata Cappelletta degli Alpini, nei pressi della Valle del Bì, caratterizzata da curiose formazioni di calanchi terrosi (845 m, 1h 30′ dal Colle Blum). Qui, al cospetto della Presolana, è gradevole sostare, prima di reimmettersi nella sterrata che scende a sinistra della Cappella e che porta, toccando le contrade rurali di Aprico e un’ennesima Cappella degli Alpini, alle porte dell’abitato di Fino del Monte, dove termina, in un ambiente solare e con nostra meritata soddisfazione, il Sentiero dell’Alto Serio (700 m, tempo totale, circa 4 h da Valzurio).(*)