Borghi brembani
Borghi di Gerosa
UN PO DI STORIA
Gerosa e i suoi borghi antichi
Gerosa, in posizione dominante la Valle Brembilla, è composta da diverse contrade e numerosi cascinali sparsi qua e là su per i fianchi del monte che sale alla Forcella di Bura verso la Val Taleggio. Gerosa e’ facilmente raggiungibile in poco più di 10′ d’auto, percorrendo la strada provinciale che sale, a tornanti, da e prosegue per la Val Taleggio, passando per la Forcella di Bura, e che scende poi a San Giovanni Bianco. Gerosa è posta come su un sedile di una grande poltrona con a destra la cresta di Blello, a sinistra le cime di Sornadello (1580 mt.), Foldone (1502) e Castello Regina (1424), alle spalle il Pralongone (1503) e la Corna Bianca (1309) e, ai piedi, Fopppetta, Foppone e Foppa Calda. Le varie vallette come la Predulosa, Mulini, Zuccone, Suoli sfociano giù presso Chignolo formando il torrente Brembilla. Gli abitanti residenti stabilmente a Gerosa si aggirano da alcuni anni su una media di circa 350 unità.
Il Video del Borgo
Il nome Gerosa deriva secondo alcuni dal latino ‘gerere rosam’, ‘portare la rosa’, come simbolo di una primavera precoce; secondo altri dai molti rigiri che la strada ascendente da presenta, specialmente dal ponte di Foppa Calda per tutta la salita fin quasi all’ingresso del paese (nei registri del 1500 si chiamava e si scriveva ‘Girosa’); secondo altri ancora infine Gerosa deriverebbe dalla configurazione del terreno sassoso oppure dal casato ‘Gerosa’. Caratteristiche di Gerosa sono la bellezza e la tranquillità dell’ambiente naturale e, in sintonia con esse, gli elementi architettonici tipici di una tradizione rurale e contadina, della quale rivelano la storia e i costumi. Si pensi alla ‘Valle dei Mulini’, testimonianza di una presenza rispettosa dell’uomo nell’ambiente, per l’armonia con la quale il patrimonio edilizio esistente vi si inserisce creando spettacolare attrattiva. Ne è esempio la contrada Mulino: un insieme di antichi casolari ristrutturati e in parte abitati, raggiungibili ancora oggi tramite un caratteristico percorso pedonale, che solca il torrente omonimo e un ruscello suo affluente con due esemplari antichi ponti in pietra e prosegue per boschi e prati fino al Santuario Mariano della ‘Madonna della Foppa’.
Il Santuario Madonna della Foppa presenta una struttura architettonica semplice e lineare, meta di pellegrinaggio di residenti e villeggianti; si erge in una suggestiva valletta e si raggiunge scendendo lungo un sentiero, che diviene, nei pressi del Santuario, gradinata in ciottoli, recentemente messa a nuovo. Venne fondato intorno al 1580 in seguito alla visione della Madonna avuta da due pastorelle e al miracoloso scaturire di una fonte, la quale zampilla tutt’oggi in una piccola fontanella. Il percorso pedonale Mulino-Madonna della Foppa, è stato per anni oggetto di opere funzionali di manutenzione da parte dell”Amministrazione Comunale di Gerosa e di intervento di riqualificazione, ultimato nel 2000, grazie al contributo del G.A.L. Valle Brembana su finanziamento CEE (Progetto ‘Ambiente Amico’).
Alle spalle di Gerosa la Forcella di Bura, che dà il passo dalla Valle Brembilla a quella di Val Taleggio, segnava un tempo non solo il confine a nord del territorio di Gerosa, ma la linea di demarcazione fra due diverse circoscrizioni territoriali, fra due diverse giurisdizioni: al di qua quella che gravitava su Almenno S. Salvatore, comprendendo la Valle Imagna e Blello, e che dipendeva dalla diocesi di Bergamo, al di là, in Val Taleggio, quella che era permeata da una forte corrente di vita milanese, dipendendo dalla Diocesi di Milano (ne è testimonianza la presenza tuttora del rito ambrosiano). Poco prima della Forcella, scendendo un breve tratto di strada, è situata la contrada di Bura, composta da antiche case, alcune delle quali ristrutturate, unite tra loro a formare un bel piccolo borgo contadino d’altri tempi; l’Oratorio di S. Rocco risale alla metà del 1500: la chiesina, senza pretese, dall’aspetto umile ma soddisfatto, assolve al compito di ricordare i morti della peste e delle varie epidemie del passato. Nel centro di Gerosa da porre in rilievo la Chiesa Parrocchiale, in stile tardo-barocco, risalente alla prima metà del ‘700, opera di G. Battista Caniana (1671-1754), una delle migliori che si possono vedere in bergamasca, con le sue gloriette e loggette eleganti ed i suoi cinque altari godibili tutti a colpo d’occhio dalla porta centrale. Alcune case sono state ristrutturate e riportate all’aspetto originario. Appena sopra l’attuale abitato di Gerosa, raggiungibile attraverso una strada agro-pastorale carrozzabile, sorge l’ex Chiesa di S. Maria in Montanis, dedicata a Maria SS. Assunta in cielo, di originario stile romanico, risalente al ‘300, poi ristrutturata in stile barocco, antica chiesa parrocchiale fino al 1700. Questa chiesa risultò un po’ scomoda rispetto al paese che si sviluppava più in basso, per cui verso la fine del 1400 si costruì, in mezzo alle case, la Chiesa di S. Croce, di cui oggi resta, a ricordo, solo il campanile. Nella prima metà del ‘700, su progetto di G. Battista Caniana, fu costruita l’attuale Chiesa Parrocchiale, ancora dedicata a S. Croce. La chiesa di S. Maria, da tempo sconsacrata, è oggi in attesa di una sua funzione a servizio della comunità, dopo che il Comune di Gerosa, attuale proprietario dell’edificio, ha provveduto al suo restauro.
Il Santuario Madonna della Foppa presenta una struttura architettonica semplice e lineare, meta di pellegrinaggio di residenti e villeggianti; si erge in una suggestiva valletta e si raggiunge scendendo lungo un sentiero, che diviene, nei pressi del Santuario, gradinata in ciottoli, recentemente messa a nuovo. Venne fondato intorno al 1580 in seguito alla visione della Madonna avuta da due pastorelle e al miracoloso scaturire di una fonte, la quale zampilla tutt’oggi in una piccola fontanella. Il percorso pedonale Mulino-Madonna della Foppa, è stato per anni oggetto di opere funzionali di manutenzione da parte dell”Amministrazione Comunale di Gerosa e di intervento di riqualificazione, ultimato nel 2000, grazie al contributo del G.A.L. Valle Brembana su finanziamento CEE (Progetto ‘Ambiente Amico’).
Proseguendo in auto lungo la strada agro-pastorale, oppure, in alternativa, percorrendo a piedi la vecchia mulattiera, si sale ai caratteristici cascinali di Cabusié e di Giaperto, in mezzo a verdi pascoli e folti boschi, in ottima posizione soleggiata con splendida vista sulla Valle Brembilla. Raggiungibile attraverso un breve tratto di sentiero, che parte da Cabusié (oppure attraverso una strada agro-pastorale che sale dalla Forcella di Bura) Baroncella, collocata in splendida posizione soleggiata e panoramica, composta da un cascinale contornato da alcune stalle e fienili in mezzo a verdi pascoli e splendidi boschi di faggio. Baroncella, come Cabusié e Giaperto, si presta per facili escursioni e passeggiate in un ambiente naturale spettacolare. Scendendo dall’alto verso il fondovalle, Gerosa conta numerose frazioni: Mancassola, Bologna, Foppetta, Foppone, Foppa Calda, Unizzi, Chignolo fino ad arrivare a Cadelfoglia in Comune di Brembilla. Le frazioni più a valle sono le più abitate: vi si trovano anche laboratori artigianali. Si possono ammirare ancora oggi bei Caselli, piccole costruzioni a livello consortile, in prossimità di sorgenti, la cui acqua fresca, scorrendo dentro il casello, lo teneva fresco per la conservazione di prodotti alimentari, soprattutto latte e derivati. Da vedere il Casello del Mulino, accanto ai casolari della contrada e sulla sponda del torrente, dal quale riceveva l’acqua per la refrigerazione. In contrada Mulino ancora si possono ammirare, davanti alle costruzioni del Mulino, ai lati del percorso pedonale verso il Santuario, testimonianze del lavoro del passato, come una grande macina da mulino. Immerso nel verde, anzi sommerso dal verde, si può vedere un grande casello in località Giaperto.
Testo tratto da: Gerosa e il suo santuario di Don Ettore Persico, 1986, Quadrifolio.