Borghi brembani

Borgo di Cavaglia

UN PO DI STORIA

Il Borgo antico

Il borgo di Cavaglia di Brembilla è stato ristrutturato da pochi anni, salvaguardando le caratteristiche architettoniche originarie dei borghi contadini di montagna della zona, specie nel centro del borgo, dovè in bella mostra una grande casa cinquecentesca. Nel 1998 si è avuto il recupero delle parti pubbliche (vie e piazzette) a cura dell’architetto Matteo Invernizzi di bergamo). Le case sono in pietra, i tetti in coppi, le scale esterne per salire ai piani superiori in pietra e legno. Molto belle le ‘lobbie’ (terrazze) in legno, abbellite in estate dai gerani. Quasi tutte le porte sono ad arco: su una di queste c’e’ incisa sulla pietra la data del 1531. Al pianterreno le stalle e le cucine con il soffitto a ’silter’ in pietra di sasso di tufo. Cavaglia si raggiunge comodamente da Brembilla in 10 minuti d’auto, percorrendo una strada carreggiabile asfaltata, che sale tra contrade e casolari, prati e boschi. Un tempo Cavaglia di Brembilla si raggiungeva salendo per una mulattiera che sale al monte Corno. Il Borgo di Cavaglia è è un piccolo borgo di case strette le une alle altre, posto su un esteso falsopiano, incorniciato e protetto dall’alto dai suoi monti si affaccia sulla sottostante Valle Brembilla e sui paesi del versante di fronte di Roncola e l’Albenza.

Il Video del Borgo

A Cavaglia interessanti le “sisterne” (cisterne, pozzi), tipiche in tutti i borghi della Valle Brembilla. Le cisterne servivano per l’approvvigionamento idrico: l’acqua piovana veniva convogliata in questi pozzi scavati nel terreno, rivestiti in muratura di diverse forme: circolare, quadrata, esagonale o ottogonale, coperti da un tetti spioventi o piatti, rivestiti di coppi o ‘piöde’. La prima che incontriamo e’ appena entrati in Cavaglia dalla mulattiera, visibile sulla sinistra. Ogni famiglia aveva la propria ‘sisterna’ nella maggior parte funzionante ancor oggi. Ben conservata una ‘sisterna’ vicino alla casa cinquecentesca in centro borgo.
Il nome “Cavaglia” si collega ai cavalli, postazione di cavalli. Secondo una suggestiva leggenda Cavaglia era la postazione della cavalleria della regina che avrebbe dato il nome al monte sovrastante monte (Castel Regina). Tradizione vuole che le stalle della “Forsèla di Buse” (Forcella dei Busi) e di Passabuna servissero da luoghi di sosta. Nel ‘300 il borgo di Cavaglia in Val Brembilla insieme con Gerosa facevano parte del Comune e Parrocchia di Brembilla. 

Dal 1442 e fino al 1779, sempre aggregata a Gerosa e insieme con Gaiazzo, Pasabona, Cadelfoglia, rimane staccata da Brembilla. Rientra a far parte del Comune di Brembilla dal 1779 durante il periodo napoleonico. Nell’ultimo dopoguerra molti si sono stabiliti definitivamente all’estero con la famiglia. altri sono andati ad abitare in luoghi vicini al posto di lavoro. Ogni famiglia di Cavaglia di Brembilla si distingueva con dei soprannomi: Signur, Bac, Tripulì, Ross, Pacc, Misaröi, Poiàne e Musitei. Vivevano di agricoltura e emigrazione, la scarsità di lavoro a Cavaglia costringeva gli uomini a partire in primavera a piedi per la Svizzera e Francia impiegando anche 3/4 giorni. Nel Borgo di Cavaglia di Brembilla, dove termina la strada carrozzabile, l’escursionista può sostare l’auto e avviarsi per mulattiere e sentieri verso le sovrastanti montagne ed affrontare eventualmente anche una bel sentiero attrezzato che porta alla vetta del Corno da un versante all’apparenza impercorribile anche dai più esperti. Le mete da raggiungere sono il Corno, mt. 1200 (Còren), che giganteggia sopra Cavaglia, la Corna Scamoscera, mt.1343, il Pizzo Cerro, mt. 1285, Il Castel Regina, mt.1454, il Foldone, mt. 1502 e più in là il Sornadello, mt. 1580. 

altre contrade degne di menzione sono: Ruderi di Camerata (Cameràda), un rustico casale risalente probabilmente al ‘500; posto a 775 m s.l.m. nell’omonima valletta. Forcella Busi (Forsela Buse), piccolo nucleo di abitazioni che appare lontano e quasi nascosto dalla vegetazione circostante. L’attuale chiesetta del borgo di Cavaglia fu costruita nel 1904 sul luogo dove prima sorgeva dal 1859 una piccola cappelletta dedicata a San Martino. Dedicata alla Madonna de “La Salette” già dal 1858 dagli emigranti di Cavaglia di ritorno da Grenoble in Francia, dove la Madonna apparve appunto in quel periodo a “La Salette”. Viene festeggiata due volte l’anno, l’ultima domenica di Gennaio e il 15 Agosto. La festa è preceduta dall’antica tradizione dell’incanto del trono.

In 10 minuti di cammino è raggiungibile da una comoda mulattiera. Il caseggiato presenta aspetti interessanti e incontaminati dell’architettura contadina: lobbie in legno e ballatoi, L’abitato piu’ antico di Forcella Busi risale alla fine del ‘500 inizio ‘600. Grumello (Grömel), piccola e graziosa contrada, denominata nell’800 dei carbonai, perché un tempo ben tre delle quattro famiglie svolgevano il suddetto lavoro. Il caseggiato verso gli anni ottanta fu eistrutturato nel rispetto del suo stile. Passabona (Pasabuna), aggrappata alla montagna e in posizione riparata, è situata in un fitto bosco;il caseggiato presenta tracce di architettura medievale con il portale d’ingresso in stile gotico, unico esempio in valle di abitazione precedente alla distruzione del 1443. Si dice che nel 1630 durante i mesi della terribile epidemia, il solo bimbo in fasce scampato all’epidemia risiedeva a Passabona. Tesoli, dal dialetto ‘Tesoi’, lastre rocciose, visibili nel muro di sostegno dell’abitazione, risalenti al 1817. Gli approvvigionamenti idrici venivano effettuati nella valletta di Chigafuori di Brembilla, dove era collocata una fontana e un casello per la conservazione delle vivande.